Quello che faremo in queste poche righe è cercare di capire teologicamente il significato di Cuore Immacolato ed il significato di tale consacrazione al Cuore di Maria.
Enunciamo qui, senza svilupparle alcune verità mariologiche che esprimono la necessità del Cuore Immacolato. Il “perché” di questa devozione e consacrazione va trovato nel mistero
dell'incarnazione del Verbo, cioè nel disegno eterno di Dio di mandare il proprio Figlio Unigenito a farsi uomo e donare all'uomo la sua stessa vita divina. Se Cristo è il centro e il cuore di
tutta la creazione certamente lo è anche la Madre dalla quale Gesù doveva nascere. L'incarnazione del Verbo comporta un cuore ed una persona umana tutta santa in cui incarnarsi, per cui ha
pensato a questa Figlia Immacolata, Madre del suo Figlio, totalmente consacrata al lui. Inoltre, questa Santa Madre l'ha voluta anche corredentrice nell'opera di salvezza, socia del Redentore,
legata a lui con un vincolo unico e indissolubile, per generare la vita divina in noi figli. Dalla croce Gesù ha esteso la maternità spirituale di Maria consegnandole tutti gli uomini (Lumen
Getium 61). Per questo, la maternità divina di Maria è il fondamento anche della nostra consacrazione a lei: noi ci ''consegniamo'' a lei come risposta al dono di Gesù che l'ha data a noi come
madre.
Dalla maternità divina di Maria deriva anche il concetto teologico di mediazione. Approfondiremo qui questo tema per meglio comprendere la nostra consacrazione al Cuore
Immacolato. Noi credenti non crediamo semplicemente in Dio, alla sua esistenza, ma crediamo che Dio è Amore. (1Gv 4,7). Sappiamo che Dio ci ama di un amore infinito, di un amore personale, Dio
ama tutti e ciascuno. Ma è anche nostra comune esperienza che il suo amore per noi ordinariamente ci arriva attraverso altri mezzi che non sono direttamente “Lui” ma che ci sono donati da Lui. Ad
esempio pensiamo a quante cose abbiamo bisogno ogni giorno per continuare ad essere vivi. Dio non è l’aria, Dio non è l’acqua, Dio non è il sole, non è le medicine, non è le persone che ci sono
vicine e che ci vogliono bene, ma ha creato tutto questo e infinitamente di più per farci vivere e dimostrarci il suo amore.
Bisogna comprendere che l’amore per sua natura è “dono” e “condivisione”. Quando Dio crea il mondo vuole anche condividere questo progetto creatore con le sue creature, e a ciascuna di esse dona
un particolare modo di essere, una particolare forma che partecipa all’essere stesso di Dio e quindi al suo amore.
Andiamo ancora più in profondità, per capire questo mistero di condivisione e partecipazione. Lo facciamo con un esempio: noi siamo vivi, sappiamo che è Dio che ci ha donato la vita, eppure
questa stessa vita c’è stata data da mamma e papà. Sappiamo che Dio ci ama, ma sappiamo pure che abbiamo bisogno di tutta l’assistenza e l’amore dei nostri genitori, così come abbiamo bisogno di
tutte le altre cose che esistono in questo nostro mondo perché la nostra vita si sviluppi.
Se questo risulta vero per la vita naturale biologica tanto più è vero per la vita spirituale. Dio ama la nostra anima eppure se ci pensiamo ha anche creato gli angeli che si prendono cura di
noi, ci custodiscono e ci ispirano.
Dio da sempre ci ha amati e per guidarci ha mandato i suoi santi profeti a richiamarci al suo santo volere.
Dio ci ama e ci dona Gesù il suo Figlio unigenito che ci dà il suo corpo e il suo sangue e ci perdona i nostri peccati. Ma né il sacramento dell'eucaristia o quello della riconciliazione ci
sarebbero senza i sacerdoti.
Dio ha pensato al nostro bene ma sempre servendosi delle sue creature. Dio è amore, Dio è buono (Mt 19,17),ma non vuole essere buono soltanto lui. Ci coinvolge in questo progetto di amore. Ognuno
di noi è dono per gli altri. E il più grande dono che Dio ci ha fatto per prender sicura di noi è stato quello della sua santa Madre Maria. Lei fra tutte le donne è la benedetta (Lc 1,42) è colei
che più di tutti è vicina a Dio, la più Cristiforme, piena di Dio, fino al punto di esserne la Madre. È colei che si è presa cura personalmente di Gesù, che lo ha nutrito, protetto. Guidato ed
educato. È la stessa Mamma alla quale Gesù ci ha voluto affidare. Quando? Come?
La prima consacrazione è avvenuta nella promessa che leggiamo nel protovangelo, al tempo di Adamo ed Eva quando Dio disse: “Ecco porrò inimicizia tra te e la donna” (Gen 3,15) La seconda è stata
quando Gesù stesso come capo della sua Chiesa si è incarnato in Maria Lc 1,38. Se il capo è nato da Lei, necessariamente tutto il corpo dovrà nascere da Lei. La terza è stata sotto la croce, dove
Gesù consegna Sua Madre a tutti noi in modo esplicito: “Donna ecco tuo figlio” e al prediletto Giovanni che ci rappresenta tutti: “figlio ecco la tua Madre” (Gv 19,27) ed egli “la prese con
sé”.
Sulla croce è avvenuta una duplice consacrazione: noi siamo stati consacrati a lei e lei si è consacrata a noi. La Madonna è nostra, totalmente a nostra disposizione. Tutta la sua vita è
completamente donata a noi, è totalmente consacrata al bene dei suoi figli, noi siamo 'padroni' della Madre di Dio. Questo lo possiamo vedere anche nella vita naturale. Ogni buona mamma è
totalmente consacrata al bene dei suoi figli. Ma lei non è semplicemente una buona mamma, lei è la “piena di grazia”.
Possiamo comprendere la consacrazione come una appartenenza reciproca. Noi apparteniamo a lei totalmente e lei appartiene a noi totalmente. Siamo suoi veri figli, tanto quanto lo era Gesù, e lei
si prende cura di ognuno di noi esattamente come si è presa cura di Gesù. Guai a chi ci tocca!
Dobbiamo però capire che tutto questo non viene da un sentimentalismo materno o filiale, ma parte dalla volontà di Dio. Egli ci ha amati e col battesimo ci ha salvati facendoci figli e fratelli
di Gesù; ma ciò deve essere vissuto con l’essere figli di Maria, altrimenti restiamo spiritualmente orfani di Madre e non siamo uguali a Gesù, che invece si è fatto una madre a sua misura
divina.
Se non prendiamo Maria come l’ha presa Gesù e poi san Giovanni apostolo e tutti i santi, non arriveremo mai a quell’altezza spirituale che Dio ha pensato per noi mettendo in pericolo persino la
salvezza eterna come conseguenza del rifiuto dei mezzi che Dio mette a nostra disposizione per salvarci. E certamente in cima a questi mezzi c'è il rifugio del Cuore Immacolato di Maria.
Il suo Cuore è perfetto nella bontà, perfetto nell'amore. Tutto in lei è orientato a Dio. Dobbiamo e possiamo fidarci di lei e affidarci a lei, perché conosce molto meglio di noi ciò che è buono
per noi, anche se nel nostro cammino come nel suo ci sarà la salita della croce, ma mano nella sua mano arriveremo al suo stesso posto nella gloria del suo figlio Gesù.
Vivere la consacrazione al suo Cuore Immacolato, significa coinvolgerla nelle nostre piccole e grandi scelte, anzi lasciare che sia lei a scegliere, lasciare che ci guidi con il suo santo
consiglio, lasciare nelle sue mani ogni nostra cosa: la nostra salute, i nostri affetti i nostri progetti le nostre relazioni, i nostri beni corporali e spirituali, il nostro apostolato, ogni
cosa, persino i nostri peccati, perché lei è la distruzione del peccato.
Vivere la consacrazione al suo Cuore ci fa anche necessariamente entrare in un'ottica di rinuncia: spogliarci di una vita biologica mondana incentrata su noi stessi, abbracciare la vita in Dio,
rivestirci di Cristo uomo nuovo.
Lei nostra Madre può farci arrivare ad essere santi, come il suo Figlio divino vuole e desidera da ciascuno di noi.
Dio è Padre e Madre e ci circonda del suo amore attraverso tutte le cose, ma ci mostrò il suo amore tenerissimo e materno attraverso questo Cuore Immacolato. Ci ama di amore e attenzione materna
attraverso di lei. Noi cresceremo sulle sue braccia come è cresciuto Gesù e impareremo a rispondere con pienezza alla volontà di Dio come ella ci insegnerà. Come lei ha risposto con pienezza al
magnifico disegno di Dio ed è diventata amore, così vuole condividere la sua ricchezza con tutti noi suoi amati figli.
Mater mea fiducia mea.
don Alessandro
Leggi la lettera di settembre 2017 ai gruppi per approfondire
Rettore del Santuario:
don Giorgio De Santis (Sacerdote diocesano della fraternità sacerdotale dell'Associazione Betania)